Ha creato molto scalpore il video in cui il consigliere regionale del M5S emiliano, Giovanni Favia, ha manifestato tutto il suo disagio per la mancanza di democrazia dentro il Movimento 5 Stelle. Favia parla di epurazioni, riunioni a porte chiuse, il rischio di future candidature per il parlamento pilotate dall'alto, di un movimento gestito in modo autoritario da Grillo e, dietro le quinte, da Casaleggio. Problemi, a dire il vero, che sembravano covare dentro il M5S già da qualche mese. La notizia ha fatto velocemente il giro della rete. Diverse le reazioni dei sostenitori di Grillo. C'è chi ha accusato Favia di danneggiare il movimento, chi invece, come il sindaco di Parma, Pizzarotti, nome pesante del M5S, ha difeso Favia, accennando alla necessità di un congresso (ma i congressi non si facevano nei partiti?).
Ma quale lettura dare delle reazioni alle dichiarazioni di Favia?
- Da una parte, esse suggeriscono che o il Movimento 5 Stelle si rende maggiormente indipendente dal suo creatore, Beppe Grillo, oppure rischia di fare la fine già vista di molti partiti ad personam. Quanto avvenuto può paradossalmente rappresentare anche l'opportunità per il movimento per fare quel salto di qualità necessario per dimostrare di essere veramente il simbolo del rinnovamento della politica italiana.
- Ma lasciano perplessi alcune reazioni apparse sul web di molti sostenitori del movimento che si difendono dicendo che si vede la pagliuzza nell'occhio del grillismo quando nei partiti succede molto di peggio. Perplessi perchè si dimostra di non capire che fare politica è qualcosa di più della mera protesta e, quando si scende nell'agone della politica e ci si confronta in una competizione elettorale, bisogna sapere che si sarà messi sotto la lente di ingrandimento dell'opinione pubblica e bisogna forse avere anche l'umiltà di riconoscere i propri limiti ed errori, capendo che una cosa è gestire un movimento che prende il 2-3%, un'altra è garantire partecipazione, democrazia e trasparenza, quando le dimensioni aumentano.
- Comprensibili le reazioni dei militanti del PD che hanno diffuso il video in modo martellante. Ma male farebbero a gioire troppo gli iscritti democratici. Male perchè mi sembra di rivedere il "siamo tutti uguali" sostenuto da tanti militanti berlusconiani in passato di fronte ad alcuni problemi giudiziari del PD. Certo, si tratta di casi diversi, ma non è così che si riconquisteranno i voti del M5S. Perchè questo movimento, come tutte le novità, vive oggi una luna di miele alimentata dall'antipartitismo. Perchè non si può sottovalutare la capacità del grillismo, che si trova ancora in uno stadio embrionale di sviluppo, di reagire e di rimediare a suoi errori. Perchè, in sintesi, non convinceremo, e parlo come iscritto del PD, i cittadini a votarci parlando male di Grillo, ma parlando di noi, delle nostre proposte e capendo che bisogna essere in grado di dettare l'agenda politica e di non farsi anticipare dagli altri su temi e argomenti che, in maggioranza, un partito di sinistra dovrebbe far suoi.
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